I commercialisti propongono Zone Economiche Speciali (ZES) nelle aree sisma.

Sisma, no alla desertificazione dei territori 
Non solo far ripartire l’economia, ma creare le condizioni per ripopolare i luoghi. Il grido d’allarme lanciato nel corso degli incontri del Consiglio nazionale dei commercialisti e di Communitas Onlus a Camerino ed Ascoli Piceno. Tra le proposte emerse c’è l’istituzione di una Zona Economica Speciale a fiscalità privilegiata. (Vedi altri articoli su ZES).

Garantire il flusso economico del territorio per non vanificare qualsiasi obiettivo di ricostruzione, anche attraverso la proposta dei commercialisti di istituire una Zona economica speciale a fiscalità privilegiata. È questo il grido d’allarme lanciato dai rappresentanti delle istituzioni locali nei due incontri avvenuti ieri a Camerino ed Ascoli Piceno, organizzati dal Consiglio nazionale dei commercialisti per ascoltare le comunità del centro Italia colpite dall’ultimo sisma. Il CNDCEC, per mezzo del suo braccio operativo Communitas Onlus, ha finora raccolto 128mila euro da destinare a progetti concreti che facciano ripartire l’economia.

“I commercialisti – ha affermato il presidente del CNDCEC, Massimo Miani – vogliono mostrare un lato diverso rispetto a quello percepito da tutti e legato prevalentemente al fisco e al pagamento delle imposte. Si tratta di una visione che ci va stretta perché siamo anche altro rispetto a questo. È prima di tutto con l’attività di consulenza che possiamo dare tanto al mondo imprenditoriale ed al Paese intero. Più volte abbiamo cercato di dare una mano, ma la politica non sempre comprende quanto potrebbe ottenere dalle categorie, non solo professionali. Dico con amarezza che percepiamo belle parole a cui non sempre fanno seguito i fatti. Vogliamo dare un contributo tecnico per il bene del Paese, denunciando le inefficienze che questo sistema fiscale provoca al sistema produttivo. Siamo a disposizione di questo territorio per sviluppare ricerche su tematiche, come le Zone economiche speciali, che lo aiutino a rinascere”.

Secondo il presidente di Communitas, Maria Rachele Vigani, la onlus dei commercialisti non dovrà più limitarsi a raccogliere fondi per i commercialisti in difficoltà, ma dovrà diventare un centro di coordinamento delle attività di carattere sociale di tutti gli Ordini locali di categoria. “La nostra idea – ha spiegato Vigani – è quella di non essere solo un centro di raccolta delle donazioni di tutti i colleghi, ma diventare un centro di coordinamento delle attività locali di interesse per la collettività al fine di aiutare la rinascita dei territori colpiti. La nostra raccolta continua e valuteremo i progetti che i colleghi continuano ad inviarci”.

Giorgio Luchetta, consigliere CNDCEC e vicepresidente Communitas Onlus, ha sottolineato la vicinanza alle comunità colpite. “Quando un’area entra in crisi siamo i primi ad immaginare soluzioni per risolvere i problemi e portare a casa un risultato fattivo come nel caso della No tax area perché in situazioni speciali servono soluzioni altrettanto speciali. Possiamo inventarci quello che vogliamo: incentivi alla produzione, premi, proporre strumenti, ma non abbiamo la possibilità di fare leggi. La politica non può fare finta di ascoltarci. Vogliamo avere norme certe e precise che finora non ci sono state date. Chiedo quindi alle istituzioni locali di segnalare i commercialisti come unici soggetti in grado di proporre soluzioni al fine di metterci nelle condizioni di lavorare”.

Agli incontri non potevano mancare i rappresentanti delle Casse di assistenza e previdenza dei commercialisti e dei ragionieri che hanno fatto il punto sugli aiuti finora prestati ai colleghi colpiti. Sono 18 interventi per la Cassa ragionieri e 36 per la Cassa dottori.

“Siamo vicini ai nostri iscritti – ha detto Luigi Pagliuca, presidente della Cassa ragionieri – non solo nell’attività di previdenza, ma anche in quella di assistenza. Per quanto riguarda il sisma in questione, abbiamo finora erogato un contributo speciale fino a 20mila euro a 19 colleghi in difficoltà. Inoltre, abbiamo deliberato di sospendere il pagamento dei contributi fino al 31 dicembre 2017. Il nostro lavoro è affiancare le aziende ed è quindi assolutamente necessario far ripartire l’economia. L’idea di una Zona franca urbana è positiva perché per continuare ad aiutare il territorio è necessario abbassare le tasse”.

“Abbiamo scelto di non fare interventi a pioggia – ha dichiarato Sandro Villani, vice presidente Cassa dottori commercialisti –, ma tarandoli sulla base di certi criteri. Ad oggi sono arrivate 36 richieste. Abbiamo predisposto un modello online che il commercialista deve compilare, ma la Cassa può chiedere ulteriori informazioni per tarare meglio l’intervento nella misura più equa possibile”.

Restando in tema di aiuti, l’Ordine dei commercialisti di Camerino e Macerata ha finora esonerato 63 iscritti dall’obbligo di versamento della quota di iscrizione 2017 perché colpiti dall’ordinanza di sgombero per abitazioni o uffici dichiarati inagibili.
“I commercialisti – ha detto il presidente dell’Odcec di Camerino e Macerata, Rosaria Garbuglia – sono stati colpiti due volte. Prima come cittadini e poi come professionisti perché abbiamo hanno dovuto supportare i clienti nei primi momenti quando la normativa era ancora incerta. Abbiamo contattato anche Assosoftware per ottenere una riduzione significativa dei canoni di assistenza dei software e incontrato rappresentanti della divisione regionale dell’Agenzia delle Entrate per cercare di risolvere qualche dubbio rimasto in sospeso. Infine, anche se non è previsto dal Regolamento della formazione professionale continua, andremo incontro ai colleghi in difficoltà su questo tema”.

Camerino è uno dei comuni più pesantemente colpiti dal sisma di tutto il cratere. A testimoniarlo ci sono i numeri snocciolati dal suo sindaco Gianluca Pasqui: su 7mila abitanti abbiamo 6.200 persone in autonoma sistemazione e 500 negli alberghi sulla costa adriatica. Un centro storico chiuso dove non c’è alcuna attività economica.
“Il percorso economico va riattivato – dice il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui -. L’emergenza cesserà solo quando gli operatori economici torneranno ad avere la loro attività per produrre profitto e le persone torneranno a vivere in questi territori. Chiedo ai commercialisti di darci il loro supporto perché posseggono le competenze per far scrivere le normative giuste per riattivare l’economia”.

A maggior ragione per Camerino che è sede di una realtà universitaria tra le più interessanti e innovative a livello nazionale. Realtà che ha perso 42mila metri quadrati di edifici storici adibiti ad aule per lezioni, laboratori scientifici, biblioteca, uffici amministrativi, rettorato, segreteria, facoltà di giurisprudenza. Malgrado questo, l’offerta formativa dell’anno accademico in corso ha avuto un incremento del 24% rispetto ad un trend nazionale del 4,3%. “In quattro settimane – ha affermato il prorettore UNICAM, Andrea Spaterna – sono ripartiti tutti i corsi di laurea e le attività di ricerca, ma ora contiamo molto sui commercialisti per far ripartire l’economia e tutte le attività commerciali. Ma è prima di tutto necessario ricreare le condizioni per far tornare le persone a vivere qui: servizi, sanità, scuole, trasporti, infrastrutture ed opportunità occupazionali”.

Alla tavola rotonda “I Commercialisti al servizio del territorio – Idee e progetti per ripartire”, svoltasi nel pomeriggio ad Ascoli Piceno, è intervenuto anche il sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli, che ha ricordato come i maggiori strumenti che il governo mette oggi in campo, come il risarcimento per le seconde case, sono il frutto delle esperienze passate. “Il DL 50 – ha spiegato – contiene una grande innovazione rispetto agli interventi legislativi realizzati negli anni passati all’indomani di eventi simili. Si tratta dell’istituzione della ZFU (zona franca urbana) che è fondamentale per far ripartire imprese ed occupazione e sostenere i professionisti che lavorano a fianco delle imprese”.

Perché, come ha sostenuto con forza il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Ascoli Piceno, Carlo Cantalamessa, “non si esce dal terremoto con la sola ricostruzione edile, ma ricreando e sviluppando una collettività intorno ai luoghi classici di aggregazione come la scuola, la chiesa, quelli delle attività ludiche. Dopo l’inserimento nel decreto legge 50 della No tax area, da noi sollecitata, ora la nostra proposta riguarda l’istituzione di una ZES (zona economica speciale) a fiscalità privilegiata, paragonabile alle zone franche, ma molto più vantaggiosa”.

A sostegno dell’istituzione di questa zona, sottoposta ad un rigido controllo comunitario, c’è un documento della Fondazione nazionale dei commercialisti e un intervento dell’Università di Camerino che ne ha sostenuto la sua applicabilità all’area colpita dal sisma. “Si tratta in sostanza di zone – ha concluso Cantalamessa – nelle quali vengono eliminate per un certo periodo di tempo determinate imposte e sono semplificate le procedure burocratiche e i tempi necessari per fare impresa”.

(Comunicato stampa del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti Esperti Contabili, CNDCEC del 13 giugno 2017).

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